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16 Nov 2016 / Prodotti Ittici

Già avvistato nei dintorni delle coste tunisine, è prossimo l'arrivo in Italia del pesce scorpione, una specie tanto affascinante quanto pericolosa.

L'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ha appena lanciato l'allarme, diretto soprattutto ai pescatori e agli appassionati di immersioni.

La pericolosità del pesce scorpione

Oltre che invasiva, questa specie è molto pericolosa, dotata com'è di spine in grado di inoculare un fortissimo veleno nell'organismo delle proprie vittime. L'imperativo è quello di osservare questo coloratissimo pesce a debita distanza, senza toccarlo, e l'invito è rivolto soprattutto a chi potrebbe trovarne uno impigliato nelle reti da pesca o a chi dovesse incontrarne uno durante un'immersione. Il pesce scorpione, infatti, non costituisce un pericolo per i bagnanti, considerata la sua abitudine a restare a distanza dalle coste, al contrario di quanto fa un'altra specie le cui spine costituiscono un serio pericolo: la tracina. Franco Andaloro, ricercatore che si occupa della fauna marina presente sulle coste italiane, avverte chi è solito frequentare le acque più profonde e raccomanda prudenza: una puntura del pesce scorpione può rivelarsi letale.

Le specie aliene che minacciano gli equilibri del Mediterraneo

Per ora, questa specie bisognosa di acque calde e in grado di alterare ancor di più il già precario ecosistema mediterraneo, sembra ancora circoscritta alle coste nord africane, dopo aver raggiunto il Mediterraneo passando attraverso il Canale di Suez.

Con l'arrivo della primavera, quando le acque costiere raggiungeranno temperature più congeniali alla sopravvivenza di queste specie, assisteremo ad una proliferazione del pesce scorpione presso le nostre coste. Una delle priorità dell'Ispra è quella tesa a mantenere elevati i livelli di attenzione. A tal proposito, ritorna utile l'esempio di una specie di pesce palla che secondo alcune segnalazioni avrebbe presto colonizzato le nostre acque costiere. In quel caso, l'avvertimento riuscì a prevenire i casi di avvelenamento che invece interessarono altri Paesi Europei.

A oggi, il Mediterraneo centrale vede la presenza di oltre 20 specie "aliene".



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